Dopo averli selezionati, lavati ed eventualmente tagliati, i
vegetali devono essere sbollentati per qualche minuto in una
soluzione di acqua e aceto in parti uguali. In questo modo
oltre a cuocere, essi verranno acidificati e si conserveranno in
sicurezza. Si consiglia di utilizzare aceto di vino con acidità
pari o superiore al 6%. Se si utilizza un aceto non di vino, con
acidità pari al 5% è consigliabile non diluirlo in acqua, ma
utilizzarlo tal quale.
La cottura dei vegetali non deve essere prolungata, essi devono
risultare “al dente” altrimenti durante le fasi di conservazione
perderanno completamente consistenza. Se oltre ai vegetali
si utilizzano anche spezie e erbe aromatiche, anche queste
devono essere sbollentate in acqua e aceto. Terminata la cottura
devono essere scolati grossolanamente e lasciati raffreddare
ed asciugare su un panno asciutto e pulito, quindi inseriti nel
contenitore facendo attenzione a colmare tutti gli spazi vuoti,
senza però schiacciarli troppo.
A riempimento avvenuto, ricoprire completamente con l’olio e
cercare di togliere l’eventuale aria ancora rimasta intrappolata
nell’alimento, aiutandosi con una spatola di plastica. Collocare
quindi un distanziatore e chiudere il barattolo. Procedere con la pastorizzazione che durerà
tanto più a lungo quanto più grande è il contenitore e varierà anche in funzione della tipologia
di prodotto preparato.
Se nella ricetta non sono fornite indicazioni diverse, è consigliabile lasciare riposare le conserve
per almeno mezza giornata prima di collocarle in dispensa. Potrebbero infatti assorbire olio e
quindi potrebbe essere necessario un rabbocco. È assolutamente indispensabile considerare
che, nel caso si procedesse con il rabbocco dell’olio, le conserve dovranno essere nuovamente
pastorizzate.
Nei 10-15 giorni successivi alla preparazione può essere utile controllare la conserva riposta
in dispensa. Se dovessero comparire segni di alterazione come bollicine di aria che dal fondo
salgono verso il tappo, oppure l’olio dovesse diventare opalescente è segno che la conserva si
sta alterando e potrebbe non essere idonea al consumo.
È importante ribadire che, anche al solo sospetto di alterazione, la conserva non va assaggiata
né consumata.
Per poter apprezzarne meglio il gusto, le conserve, dovrebbero essere consumate almeno
2-3 mesi dopo la preparazione. Comunque, se le modalità di preparazione sono state svolte
correttamente, i tempi di conservazione possono essere molto lunghi, anche un anno e
mezzo.
SOTT'ACETO
Nella preparazione dei sottaceto, le verdure possono essere sia sbollentate che lasciate crude.
Anche in questo caso i vegetali vanno cotti “al dente” per evitare che con il tempo possano
perdere la loro normale consistenza. A riempimento completato si aggiunge l’aceto, il
distanziatore, quindi si pastorizza.
Non tutti i tipi di aceto sono però idonei per la preparazione delle conserve. È preferibile
utilizzare un aceto di vino bianco con livello di acidità pari o superiore al 6%. In questo caso
sarà possibile utilizzare una soluzione preparata con una parte di aceto ed una di acqua o
vino. Se si utilizza l’aceto di mele, dal momento che la sua acidità è minore, non è possibile
diluirlo, ma deve essere utilizzato tal quale.
Come già ricordato, l’acidità è un sistema efficace per preservare la conservazione degli
alimenti dall’azione dei microrganismi.
L’acidità si misura mediante il pH. Attenzione però: maggiore è il valore del pH, minore
è l’acidità.
VEGETALI IN SALAMOIA
La salamoia è un ottimo sistema per la conservazione dei vegetali. I prodotti in salamoia
possono tuttavia presentare un rischio per il botulismo nel caso in cui la concentrazione di
sale non sia idonea.
La salamoia deve contenere almeno il 10% di sale (100 g di sale per ogni litro di acqua).
Quando i vegetali vengono immersi nella salamoia, i carboidrati che essi contengono
subiscono una naturale fermentazione ad opera di microrganismi capaci di crescere ad
elevate concentrazioni di sale, che li trasformano in acidi organici (principalmente acido
lattico). È di vitale importanza non eliminare tali microrganismi dalla salamoia, come nel
caso della preparazione delle olive in salamoia, in cui vanno a formare uno strato biancastro
sulla superficie dell’acqua.